La flora

Falso indaco

La flora e la vegetazione delle zone umide risultano in parte modificate e per certi versi impoverite dall’ingresso di specie alloctone non peculiari di questi habitat acquatici, spesso introdotte dopo le bonifiche con le pratiche colturali ed agronomiche.

Alcune specie arboree ed arbustive di origine extraeuropea (soprattutto nordamericana), che nelle nostre zone non hanno consistenti nemici naturali, stanno così diffondendosi in maniera preoccupante e tendono a soppiantare le associazioni vegetali indigene.

Tra queste la “gaggìa” (Amorpha fruticosa), che si diffonde in modo incontrollato nel Padule di Fucecchio, nella Paduletta di Ramone e nel Lago di Sibolla; la Robinia (Robinia pseudoacacia), che invade i boschi igrofili e mesofili nel Padule di Bientina; l’Acero americano (Acer negundo) che si sta espandendo rapidamente sugli argini e al margine delle strade di bonifica.

Altre specie alloctone si sono invece integrate perfettamente nell’ecosistema palustre, senza porre problemi di colonizzazione di habitat o di eccessiva competizione con le piante autoctone; la loro presenza può quindi essere considerata, tutto sommato, un arricchimento della biodiversità nell’area.

Possiamo ascrivere a questo gruppo il Cipresso calvo delle paludi (Taxodium distichum), grande albero originario delle paludi americane della Florida e della Carolina, introdotto come albero ornamentale e inconfondibile per la presenza di radici aeree (pneumatofori).