La Storia

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La storia delle paludi è principalmente la storia della loro negazione, del modo in cui l'uomo è intervenuto nel modificare questi ambienti per renderli sempre più adatti al suo insediamento, considerato che la ricchezza naturale costituita da queste aree fu una fonte di attrazione per le comunità umane fino dalle epoche più antiche.

Nel corso dei secoli, furono quindi apportate modifiche all'assetto naturale per migliorare le condizioni di vita ed al contempo garantire la continuità di queste stesse risorse tanto preziose per l’economia.

Già gli Etruschi iniziarono la realizzazione di grandi opere di ingegneria idraulica che furono in seguito ampliate dai Romani; quest’ultimi estesero ad ampie porzioni di territorio, prevalentemente pianeggiante, il proprio modello di organizzazione agraria.

La decadenza dell'impero romano ed i successivi periodi storici videro l'interruzione delle grandi opere di bonifica che vennero riprese, anche se con fasi alterne, solamente nel Rinascimento.

Questo non vuol dire che le paludi furono deserte per tutto il Medioevo, anzi, costituirono una insostituibile fonte di sostentamento grazie ad attività redditizie come la pesca, la molitura e la navigazione (le aree umide costituivano una importante rete di canali navigabili) e ad altre forme di utilizzo delle risorse connesse alla palude come la caccia e la raccolta delle erbe che integravano il reddito familiare.

Nel Medioevo si potrebbe quindi dire che la palude fu abitata in modo più "naturale" non modificandone le caratteristiche ma adeguando le attività a ciò che la natura metteva a disposizione.

Alle rare opere di bonifica parziale di questo periodo seguirono durante il periodo mediceo nuovi e numerosi interventi che però potremmo definire "contingenti", cioè tali da arginare situazioni precarie prodottesi di volta in volta: si costruirono arginature e canali, si intervenne sui fiumi e si realizzarono numerose colmate creando così ampi possedimenti terrieri che troveranno la loro organizzazione nel sistema delle Fattorie (ne sono esempi il Padule di Fucecchio e la Val di Chiana).

Le trascurate condizioni della bonifica idraulica (cioè l'insieme dei lavori necessari per prosciugare e risanare a scopi igienici e produttivi i terreni coperti da acque stagnanti) del XVII sec. e della prima metà del XVIII sec. indussero i nuovi governanti, i Lorena, a intraprendere opere su grande scala che avessero come fine la bonifica integrale e cioè quel complesso di iniziative volte non solo a prosciugare i terreni per renderli agricoli, ma anche a realizzare un sistema di infrastrutture viarie, insediative, tecniche che consentissero la crescita economica e sociale di quel territorio. 

Si avviò così un processo che a fasi alterne si è protratto anche nei secoli successivi per giungere ad un sistema di bonifica misto che usa sia tecniche di colmata che di canalizzazione e che ha attualmente come scopo non più quello di favorire l'agricoltura, ma quello di valorizzare e di mantenere tutte le risorse del territorio, comprese le aree umide.