Luccio

Luccio

Luccio - Esox lucius

Il Luccio è il predatore per eccellenza delle nostre acque interne e si trova al vertice delle catene alimentari di laghi, fiumi e paludi.

Ha un corpo allungato e compresso, con una pinna caudale di tutto rispetto e pinna dorsale ed anale arretrate, che gli consentono di ghermire la preda con uno scatto fulmineo; le grandi dimensioni (fino a 130 cm di lunghezza e 27 kg di peso in Europa) e la bocca molto ampia, con denti rivolti all'indietro, robusti e acuminati, gli permettono di catturare non solo pesci, anfibi e rettili, ma anche roditori e giovani di uccelli acquatici.

Fra i pesci, preda soprattutto varie specie di Ciprinidi (carpe, scardole, carassi, ecc.), sui quali esercita una benefica azione di controllo delle abbondanti popolazioni.

Il Luccio non aveva in pratica competitori fino all'arrivo del Persico trota (Micropterus salmoides), specie alloctona importata per la pesca sportiva, che ha le medesime caratteristiche eco-etologiche.

Alcune peculiarità dell'ospite americano, come la maggiore resistenza alle modificazioni ambientali, un evoluto sistema di cure parentali ed una crescita più veloce degli avannotti, hanno contribuito senz'altro alla rarefazione del Luccio, insieme con la già citata pesca di frodo ancora largamente praticata.

La specie è quasi ovunque in diminuzione in Europa anche per la distruzione dei canneti litorali, che costituiscono l'ambiente preferito per la caccia e per la riproduzione.

Nelle nostre aree umide i canneti sono molto diffusi, ma possono risultare inospitali per il Luccio a causa dell'abnorme proliferazione di alghe filamentose dovuta a fenomeni di eutrofizzazione.