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La gestione delle specie
alloctone in Italia
In questa sezione trovano spazio interventi riferiti ai temi trattati in sede del Convegno Nazionale su “La gestione delle specie alloctone in Italia: il caso della nutria e del gambero rosso della Louisiana” tenuto a Firenze il 24 e 25 ottobre 2001.
In questa sezione trovano spazio contributi, commenti, ecc., in riferimento ai vari aspetti riguardanti le specie alloctone presenti in Italia.
Francesca Gherardi, 28 Ottobre 2002, 12:03 Vorrei chiarire alcuni aspetti della discussione che si e’
svolta in sede di tavola rotonda (purtroppo non ero presente). Sono due i
punti di riflessione, e spero che queste righe aiutino nella compilazione di
un documento finale. 1. Le specie aliene possono indurre un aumento della
biodiversita’? Non c’e’ dubbio: una risposta affermativa e’
molto pericolosa e puo’ portare a erronee interpretazioni. La mia
raccomandazione e’ di giustificare sempre le proprie affermazioni e di
inserirle in un contesto adeguato, senza limitarsi a fare citazioni quando la
fonte non e’ stata letta o e’ stata interpretata in modo scorretto. Scalici citava un nostro articolo: Barbaresi e Gherardi (2000). The invasion of the alien crayfish
Procambarus clarkii in
Europe, with particular reference to Italy. Biological Invasions 2: 259-264. In realta’, leggendo l’articolo si evince che (1)
un’affermazione cosi’ categorica e’ assente e (2) il senso
dell’articolo non e’ positivista (come sembra dalla citazione di
Scalici) nei confronti dell’invasore Procambarus clarkii. L’unico punto che puo’ portare a
un’interpretazione di quel tipo e’: “Though no quantitative study has been yet made, the
appearance of high densities of P. clarkii has been considered responsible for the increase in the number
of avian species” Questo, come appare ovvio, non puo’ essere banalmente
tradotto in “aumento della biodiversita’” (basta fare un
confronto tra specie su cui l’impatto e’, forse, positivo e
specie su cui l’impatto e’, per certo, negativo). Semmai (e in questo senso bisogna ringraziare Scalici per
ricordarcelo), e’ necessario affrontare un’altra categoria di
problemi relativamente alle specie aliene: come bisogna operare quando la specie si e’ INTEGRATA
nell’ecosistema? Dove per integrazione si intende la fase in cui
l’invasore e le specie indigene entrano in rapporti reciproci di tipo
ecologico ed evolutivo. Allora, invito gli interessati a leggere un articolo di G. J.
Vermeij: An agenda for invasion biology, Biological Conservation 78 (1996):
3-9. In particolare, Vermeij scrive: “i biologi della conservazione devono chiedersi se i
cambiamenti ecologici indotti dagli invasori siano reversibili, e se
l’eliminazione degli invasori porti l’ecosistema alle condizioni
precedenti l’invasione.” (pag. 5) Insomma: e’ indispensabile (SEMPRE) valutare in modo
razionale e obiettivo vantaggi e svantaggi di ogni intervento. E questa valutazione deve essere fatta utilizzando i metodi che
ci vengono forniti dalla ricerca scientifica e non limitarsi a idee
soggettive o a valutazioni aneddotiche. Faccio riferimento a un secondo
quesito emerso durante la discussione, su cui e’ necessario meditare: 2. La ricerca
scientifica (cosiddetta “di base”) e’ necessaria? Sono convinta che la risposta debba essere affermativa. E’
sufficiente dare uno sguardo alla letteratura esistente per rendersi conto
che proprio un‚azione affrettata e “non scientifica” ha portato
a insuccessi nella lotta contro gli invasori. Tra i motivi di successo
nell’eradicazione della nutria, Gosling individua infatti la
“ricerca scientifica di base”. Invito gli interessati a leggere:
M. Gosling, Extinction to order. New Scientist 4 March 1989. |
Massimiliano Scalici, 28 Ottobre 2002, 17:50 Relativamente
a quanto letto per posta elettronica e a quanto e’ stato sostenuto
durante la tavola rotonda del 25/10/20002, ti prego di girare questa lettera
a chi reputi interessato e a tutti i partecipanti al convegno, se lo ritieni
opportuno. Non
c’e’ dubbio sulla mia leggerezza nello scrivere che le specie
aliene possono indurre un aumento della biodiversita’; mi scuso inoltre
con la dr. Gherardi e con la dr. Barbaresi per avergli attribuito una mia
affermazione affrettata. Durante
la comunicazione, comunque, precisavo che tale frase doveva essere
interpretata diversamente. Non ho mai pensato e di conseguenza affermato che
il senso dell’articolo sia positivista nei confronti
dell’invasore P. clarkii;
rispondendo ad una domanda rivoltami durante la tavola rotonda e durante la comunicazione
ho piu’ volte precisato che l’attenzione doveva essere
focalizzata sul grado di integrazione della specie aliena
nell’ambiente. Pertanto volevo richiamare l’attenzione sulle
eventuali conseguenze che un’azione di eradicazione puo’
comportare dove la specie aliena si sia integrata e l’ecosistema, ormai
modificato, sta raggiungendo un nuovo equilibrio. Parafrasando
la dr. Gherardi “Insomma: e’ indispensabile SEMPRE valutare in
modo razionale e obiettivo vantaggi e svantaggi di OGNI intervento”
senza voler cercare a tutti i costi di proporre una linea di gestione
generalizzabile. Se da una parte gli effetti conseguenti l’introduzione
di una specie rappresentano un problema comune, dall’altra la
pianificazione dei progetti di gestione e degli interventi sul territorio
dovrebbero essere sito-specifici. La Biologia della conservazione e’
una scienza moderna, pertanto oggi giorno ci troviamo a dovere risolvere
situazioni compromesse che hanno avuto origine in un passato anche non
recente. In
particolare, come ci ricorda la dr. Gherardi, Vermeij scrive: “i
biologi della conservazione devono chiedersi se i cambiamenti ecologici
indotti dagli invasori siano reversibili, e se l’eliminazione degli
invasori porti l’ecosistema alle condizioni precedenti
l’invasione.” (pag 5). Infine, senza soffermarmi in merito, concordo
pienamente con quanto affermato dalla dr. Gherardi riguardo
l’importanza della ricerca scientifica di base come strumento
indispensabile per l’attuazione di una corretta gestione delle
popolazioni animali e piu’ in generale degli ecosistemi. |
Enrico Calvario, WWF Toscana PRINCIPALI RIFERIMENTI NORMATIVI SU INTRODUZIONI, REINTRODUZIONI, RIPOPOLAMENTI E’ disponibile un documento contenente i principali
riferimenti normativi su introduzioni,
reintroduzioni, ripopolamenti. Sono graditi commenti ed eventuali
integrazioni, in modo da integrarlo e renderlo uno strumento utile a tutti. Scaricabile a questo link. |