Salice bianco

Salice bianco

Salice bianco - Salix alba

Nome locale: Salia, Torchio

Albero di media grandezza che ama suoli umidi e posizioni assolate, il Salice bianco è la più frequente specie arborea riparia dei nostri ambienti d’acqua dolce.

Le foglie, lanceolate penninervie, con breve picciolo, molto chiare nella pagina inferiore, consentono una facile identificazione anche a distanza.

I fiori, unisessuali e posti su piante dioiche (maschili e femminili), sono riuniti in amenti eretti che si formano prima della comparsa delle foglie. I semi, ricoperti da una sottile lanugine, sono assai minuti. I salici arborei sono piante a rapido accrescimento, ma di modesta longevità.

La loro eccezionale capacità di propagazione per talea, propaggine e polloni radicali li rende particolarmente adatti per la stabilizzazione delle sponde nella pratica dell’ingegneria naturalistica.

Ma questa è solo la più recente delle numerose forme di utilizzazione di questa pianta da parte dell’uomo: allevato a capitozza il salice fornisce materiale da intrecciatura (vimini) e i "salci" per legare le viti; la corteccia molto ricca di tannino è stata utilizzata per la concia delle pelli, mentre nella medicina popolare il salice è stato a lungo impiegato in quanto contiene la salicina, un glucoside ad azione febbrifuga.

Dalla salicina si ricavò per qualche tempo l’acido acetilsalicilico, che costituisce il principio attivo dell’aspirina, oggi ottenuto sinteticamente. Nel lessico popolare i salici sono chiamati anche "salie" o "torchi" (quest’ultimo termine fa riferimento alle piante capitozzate).