Grande carice - Carex elata
Nome locale: Sarello (nel Padule di Fucecchio), Salicchio (a Bientina e nel Pisano)
E’ una pianta perenne che forma cespi cilindrici, robusti e densi, larghi fino ad un metro. Le foglie, lunghe e strette (5 mm), hanno margini taglienti a causa della silice accumulata.
Le guaine fogliari basali, di colore bruno giallastro, sono carenate e spesso reticolate. Le spighe, portate su fusti rigidi, triangolari, sono erette: le inferiori sono femminili, le superiori maschili.
Questa carice cresce prevalentemente sulle sponde dei fossi e dei canali e lungo i bordi dei chiari, ma in ambienti adatti, dove trova suoli spugnosi costantemente intrisi d’acqua, può ricoprire ampie superfici e costituire quella caratteristica associazione vegetale conosciuta con il nome di magnocariceto, che in condizioni particolarmente favorevoli (es. a Sibolla) può custodire piante rare ed interessanti come Hottonia palustris [2], Hydrocotyle vulgaris, Utricularia australis [3], ecc.
La bonifica ha ridotto drasticamente lo spazio ecologico della specie, un tempo largamente diffusa soprattutto nella Valle Padana, nelle Paludi Pontine, in Toscana e in Sardegna.
Fino al secondo dopoguerra le foglie del sarello venivano ampiamente raccolte per essere usate in lavori di impagliatura: sedie, sporte, cesti, ecc.
L’abbandono di queste attività tradizionali ha portato ad un’ulteriore rarefazione della pianta, che, senza gli interventi di sfalcio tesi al contenimento della cannuccia e di altre piante infestanti, è risultata perdente nella competizione con queste.